Dylan Dog – Xabaras

Dylan_Dog_30thIl Cartoomics 2017 conclusosi circa un mese fa ha presentato l’offerta di molte nuove chicche editoriali. Come abbiamo visto qui, Bonelli Editore ha deciso di presentare il suo piano per mozzarci il fiato per questo intero anno. Presso il suo stand era già possibile acquistare il volumetto di cui parleremo oggi:

Dylan Dog – Xabaras

Iniziamo con una scarrellata selvaggia di dati tecnici e della sinossi presentata dall’editore stesso.

  • Data di uscita: 16 Marzo 2017
  • Rilegatura: Brossurato 
  • Formato: 16 x 21 cm
  • Pagine: 400 pagine dylaniate completamente a colori (e io godo)
  • ISBN 978-88-6961-178-0

SINOSSI

Arriva un nuovo volume della collana dei grandi classici tutti da leggere dedicato a Dylan Dog, inserito nell’ideale solco dei festeggiamenti per il trentennale “dylaniato”. Un libro tutto a colori, interamente scritto da Tiziano Sclavi, creatore del personaggio, e disegnato da Angelo Stano, principale interprete dell’Indagatore dell’Incubo: quattro tra le storie più famose, tutte legate alla figura di Xabaras, primo e più grande nemico di Dylan, a partire dal numero uno, L’alba dei morti viventi. Biologo, alla ricerca del siero dell’immortalità, ha finito più volte per creare dei mostri. Xabaras l’alchimista, Xabaras lo stregone, Xabaras l’immortale, che gioca con la vita dei morti e con la morte dei vivi!


Dylan Dog Full Cover Xabaras
Qui a fianco possiamo goderci la nuova copertina inedita a cura di Angelo Stano, copertinista ufficiale di Dylan Dog per ben 30 anni di storia editoriale. Soggetto e sceneggiatura delle storie raccolte sono di Tiziano Sclavi . In questo modo abbiamo tra le mani un volume che racchiude il lavoro di due figure fondamentali per la vita, la morte e gli incubi del giovane investigatore. Altrettanto fondamentale è il personaggio di Xabaras e tutto ciò che egli rappresenta, sia esso di natura umana che demoniaca.

Il volume è pensato per fare parte dei grandi classici di Dylan Dog e contribuire a festeggiare 30 anni di incubi. Lo trovate in libreria e fumetteria a 18,00 €urosacchi.


Se non lo avete già capito, questa raccolta spacca, come si suol dire, il culo ai passeri. Le due parti in cui è divisa l’introduzione sono a cura di Franco Busatta e Luca Barbieri, ed entrambe sono accompagnate dalle illustrazioni di grandi disegnatori quali Aldo di Gennaro, Enrico Bagnoli, Bruno Brindisi e Raul Cestaro. Nel complesso, essa è un efficace strumento per catturare l’attenzione del lettore meno esperto e spiegargli brevemente ma con cura il senso della vita di Dylan Dog. Stiamo parlando di una vita editoriale che nasce dal desiderio di Sclavi di confrontarsi direttamente con la contemporaneità in cui nasce il personaggio. Per poter fare questo, Sclavi si discosta leggermente dal modus operandi di Mister No e Ken Parker per attaccare la contemporaneità dall’interno e con il suo stesso linguaggio. Ed è con la pubblicazione del primo volume di Dylan Dog che Sclavi comincia a lacerare il tessuto stesso della realtà, a dylaniarlo, appunto, in lembi dimensionali orrendi e sanguinosi ma che in fondo, ci sono tutti più o meno familiari. Infatti, la maestria di Sclavi sta nel destrutturare la realtà in un numero infinito di elementi che vengono riutilizzati e mescolati pur mantenendone intatte le singole identità.

Le quattro storie contenute nella raccolta sono il #1 L’alba dei morti viventi, il #25 Morgana, il #43 Storia di Nessuno ed infine il #100 La Storia di Dylan Dog. L’aggiunta del colore è un incentivo in più all’acquisto. Infatti, se nella loro veste originale gli albi erano già narrativamente eccezionali ora il colore li rende ulteriormente vibranti di vita. E di morte. Non starò qui a spiegare la vera natura di Xabaras ai lettori meno esperti. Sticazzi, non vorrei che lo facessero a me quando posso scoprire pagina dopo pagina chi è realmente questo personaggio. Piuttosto, parliamo di quali temi affrontano Sclavi e Stano.

La medaglia d’oro di “incubo della vita universale” va ai morti che risorgono, tormento eterno di Dylan. Il ragazzo infatti teme le armate zombie e che ad esse si uniscano i suoi amici. Beh, in fondo non possiamo mica essere tutti Bruce Campbell e poi andiamo, ve lo immaginereste un Groucho zombificato che racconta barzellette? Io si. E potrebbe pure piacermi.


Dylan Dog Storia Di Nessuno

Altro tema importante riguarda la realtà e la sua trama. C’è un filo sottile, sottilissimo che divide il reale dall’immaginario e contemporaneamente separa la monotonia barbosa della routine quotidiana dall’eccitante imprevedibilità dell’orrore. Talvolta questo filo è “lo spazio bianco che divide due vignette“. Talvolta è un inquieto stato di dormiveglia. Altre volte ancora non è altro che il catastrofico, imprevedibile diramarsi di una matassa di pensieri. In Storia di Nessuno il vero protagonista è proprio il pensiero. Se fosse il puro pensiero il vero elemento che da vita all’Universo? Xabaras, in tutta risposta, sostiene che se così fosse noi tutti avremmo sbagliato. Avremmo sbagliato come esseri umani, creature intelligenti, ad investire la nostra ricerca nella scienza e nella tecnologia.

Spesso sogniamo ad occhi aperti. Spesso ci chiediamo come sarebbe diverso il nostro mondo personale se le cose nella nostra vita sarebbero andate diversamente. In ogni caso, diamo letteralmente vita alla risposta con il semplice pensiero e nel farlo creiamo una alternativa. Un Io alternativo, una Storia alternativa, un intero Universo alternativo brulicante di vita. La Storia di Nessuno ci fa riflettere su questo e su quanto lo stesso pensiero sia contemporaneamente potente e malleabile. Infatti, plasmiamo interi universi, infinite possibilità, con il semplice pensiero che a sua volta è plasmato dalla nostra interpretazione delle informazioni che percepiamo intorno a noi. Vediamo la nostra verità nelle informazioni che raccogliamo e ad ogni pensiero si genera una variante diversa della storia. In questo modo, ogni variante è connessa ad un’altra variante, un altro mondo, un’altra storia, tramite un “filo” che permette loro di comunicare. E così, infine, infiniti mondi nascono, si influenzano reciprocamente e muoiono dinanzi al potere del pensiero.


In conclusione, Dylan Dog – Xabaras raccoglie le memorie più importanti di un viaggio editoriale unico. Ci permette di comprendere meglio Dylan, la sua nemesi originale e i suoi mondi dylaniati, anche grazie alla presenza di numerosi elementi meta-narrativi. Il suo valore narrativo è un’ottima aggiunta alla propria biblioteca personale. Inoltre, il volume sfoggia un formato perfetto. Brossurato e col medesimo formato della serie regolare, cosa che personalmente apprezzo molto. Un’altra finezza è la carta color avorio che valorizza ulteriormente le tinte scelte per la stampa a colori.

A questo punto non mi resta che augurarvi buona lettura. Anzi, buon viaggio.

-Legion

[Review]-Yu-Gi-Oh! Il Lato Oscuro delle Dimensioni

Yu_Gi_Oh_Millennium_PuzzleNegli ultimi mesi Nexo Digital, in collaborazione con Dynit, ha avviato un ambizioso progetto che la vede protagonista nell’importazione e distribuzione di alcuni lungometraggi dell’animazione giapponese. In questi primi mesi del 2017 i cinema italiani possono quindi godere di una programmazione che si presenta tanto varia quanto accattivante, dimostrando l’impegno di Nexo. Dal 10 al 12 Marzo 2017 è stato possibile visionare nei cinema aderenti all’iniziativa la pellicola Yu-Gi-Oh! – The Dark Side of Dimensions. Ve ne propongo la recensione con commento del promo-gadget distribuito con l’acquisto di ogni biglietto.

Yu-Gi-Oh! Il Lato Oscuro delle Dimensioni

  • Titolo originale: Yūgiō The Dark Side of Dimensions
  • Regia: Satoshi Kuwabara
  • Genere: Animazione
  • Produzione: Konami, Gallop, Nihon Ad Systems
  • Durata: 130 minuti
  • Distribuzione originale: Giappone, 23 Aprile 2016
  • Distribuzione Italiana: 10 Marzo 2017

[ALLERTA MINOR SPOILER]

Un sempre più allegro Seto Kaiba ha il pieno controllo della sua azienda di giochi, la Kaiba Corporation. È un’azienda ludica così potente e di successo da avere la propria stazione spaziale a forma delle iniziali dell’azienda. Poco megalomane, pare. Ma questi sono affari del catasto e nonostante il successo spaziale  economico che essa dimostra, ciò non basta a Kaiba per essere soddisfatto. Le brucianti sconfitte subite da Yami Yugi, alias il Faraone Atem, si fanno ancora sentire e il bisogno di una rivincita cresce ogni giorno. Sotto la sua stretta supervisione, gli scienziati della Kaiba Corp hanno perfezionato un simulatore che riproduce il deck e le strategie di Atem così da permettergli di allenarsi in vista del futuro confronto con lo storico rivale. Quest’ultimo è però scomparso dopo il duello finale sostenuto contro Yugi Muto, abbandonando così il nostro mondo per ritornare nel regno delle sue memorie.

Ma Kaiba ha un piano, forse un tantino ossessivo ma cavolo se lo ha! In Egitto, il minore dei Kaiba, Mokuba, sta supervisionando un sito di scavi per conto del fratello. Il loro obiettivo è di ritrovare lo scomparso Puzzle del Millennio, oggetto mistico e gagliardo che permetteva ad Atem di manifestarsi nel nostro mondo tramite Yugi. Una volta ritrovato e riassemblato, Seto Kaiba potrà di nuovo confrontarsi con il Faraone.

Ovviamente questo ritorno non è ben visto da tutti, in particolare da una gruppo composto da bambini salvati dal Maestro Shami Shin, precedente avversario di Yugi. Questi bambini detengono il potere del Plana, ovvero l’abilità di plasmare la realtà a loro piacimento permettendogli di creare un mondo migliore. Ma anche no. Dato che il loro potere può esistere solo in assenza del Faraone, alcuni ne temono il ritorno. Tra questi vi è Aigami, o Diva per le amiche, che decide di infiltrarsi nella vita di Yugi. Mosso dal dolore causato dalla perdita del Maestro Shin, Aigami pianifica di eliminarlo per impedire che Atem abbia un corpo ospite con cui concretizzare il suo ritorno e privarli dei loro poteri.

Ebbene, perché tutto questo non funziona? Stabiliamo innanzitutto da quale punto di vista può essere esaminato il film. È un film sia per i fan nostalgici sia per i bambini affascinati da Yu-Gi-Oh! in quanto gioco di carte collezionabili. Da una parte, i fan di vecchia data troveranno l’effetto nostalgia. Dall’altra, i fan più giovani saranno attratti da coloratissimi e fichissimi mostri che se le picchiano in serena ignoranza. Ma tutto ciò viene appesantito da diversi fattori.

YU-GI-OH_Lato_Oscuro_Dimensioni_Personaggi

Si inizia con una carrellata di scene che ci ripresentano gli amici di Yugi, ormai giunti all’ultimo anno del liceo e prossimi a dividersi per proseguire le loro vite. Rivedere questi personaggi è estremamente piacevole ma i ruoli a loro affidati nel successivo svolgimento del film sono inutili o eccessivamente marginali. L’unico ad avere un ruolo minimamente sensato è Bakura, precedente detentore di uno degli Oggetti del Millennio più infami che si potessero concepire. Stiamo parlando dell’Anello del Millennio che, a differenza del Puzzle posseduto da Yugi, è uno scintillante ninnolo contenente al suo interno uno spirito malvagio. Quest’ultimo sarà utile alla trama quando si impossesserà di Aigami, messo alle strette nel duello finale e sempre più accecato dalla paura (che conduce all’ira che poi conduce all’odio che al mercato mio padre comprò).

Seguono poi i Plana, che si presentano più e più volte allo spettatore. Infatti, Aigami e soci non perderanno occasione per ricordarci che loro sono “i Plana, detentori del potere assoluto”, rallentando di volta in volta il film. Di conseguenza, anche un pubblico di pischelli delle elementari si ritrova facilmente annoiato dal puntuale ripetersi della medesima sequenza che invece di trasmettere una certa apprensione, sortisce un effetto opposto a quello desiderato.

Successivamente, dobbiamo considerare anche la durata del film. Ben 130 minuti per uno dei film di animazione giapponese più lunghi che io abbia mai visto. È difficile mantenere vivo l’interesse di un adulto per più di due ore di film, figuriamoci quello di un bambino. Se poi vi sono troppi flashback, battute ripetute e rush dei duelli, la situazione non migliora.

I duelli sono appunto un altro tasto dolente. Se da un certo punto di vista 130 minuti sono tanti, da un altro non lo sono. Nella serie animata servivano diversi episodi per comprendere le meccaniche di gioco, apprezzarne la varietà e concludere un duello. Quindi per un gioco complesso come il Duel Monsters, 130 minuti sono decisamente stretti a meno che la sceneggiatura non sia almeno ottima. Purtroppo, la sceneggiatura è ben lontana da esserlo e ciò comporta un quasi completo azzeramento della complessità del gioco che si realizza in un rapido schieramento senza logica delle carte sul campo. Ritroveremo così diversi mostri evocati a caso e svariati effetti delle carte interrotti al solo scopo di aumentare la tensione. La pellicola diventa così una noiosa passerella dove sfilare rapidamente le carte più popolari, Draghi Bianchi e Maghi Neri inclusi. Tutto ciò non favorisce granché una probabile strategia di marketing per ridare popolarità alla serie e spronare le vendite per acquisire nuovi giocatori.

YU-GI-OH_Lato_Oscuro_Dimensioni_Versus

 

I più severi diranno “ma dai! Sono passati anni da quando giocavi a Yu-Gi, sicuramente crescendo i gusti sono cambiati”. E invece no, miei piccoli critici in erba. Mi sono posto la stessa domanda e ho voluto controllare. Al termine del film mi sono voltato a guardare i volti dei bambini presenti in sala ed erano tutti spalmati dalla noia sulle poltrone così come si spalma la crema di formaggio sul pane bruschettato.

Nonostante tutto la pellicola ha un grande pregio, ovvero la sua coerenza tecnica. Infatti, gli studi di animazione che hanno collaborato con Konami hanno svolto un eccellente lavoro. Gallop e Nihon ci propongo delle animazioni di qualità che non si discostano mai dallo stile originale della serie e si rinnovano attraverso una resa moderna e luminosa dei colori. Persino l’utilizzo della computer grafica impiegato prevalentemente per realizzare i modelli dei mostri non fa mai storcere il naso. Ogni modello è perfettamente integrato col resto dell’animazione e non sembra mai essere un elemento estraneo ne alle ambientazioni ne ai personaggi. La colonna sonora che accompagna il film è curata dal trio Kazuhiro Nakamura, Shinkichi Mitsumune, Yoshihiro Ike. Anche in questo caso il lavoro svolto è ottimo. Le musiche non sono mai estranee alla dimensione di Yu-Gi-Oh!, riproponendoci quindi brani familiari alla serie animata ma rinnovati, incrementando così l’entusiasmo e l’effetto nostalgia.

Dynit_banner
Un plauso particolare va fatto a Dynit e ai doppiatori italiani. Dynit ha acquistato i diritti di traduzione e doppiaggio direttamente dalla fonte nipponica, proponendoci così un lavoro di qualità e senza censure. Inoltre, doppiatori italiani originali hanno potuto riprendere i loro rispettivi ruoli alle voci dei personaggi. È un altro segno del grande impegno che c’è stato nel portare la pellicola sul territorio nostrano.


Prima di giungere alla conclusione finale diamo uno sguardo alla carta promo distribuita con la pellicola. Non è una novità che il brand distribuisca occasionalmente una o più carte esclusive in relazione a determinati eventi e anche stavolta ci regala qualcosa di fico che ispira tanta viulenza. Sto parlando dell card-art alternativa di Obelisk il Tormentatore.
Carta Obelisk Promo Film Yu-Gi-Oh!
Inizialmente ho pensato che sarebbe stato possibile raccogliere tutte le carte delle tre divinità egizie ma mi sbagliavo. Personalmente avrei preferito la distribuzione di una carta più unica e relativa al mazzo della dimensione cubica utilizzato da Aigami. Ciononostante, le carte utilizzate da quest’ultimo si possono trovare nel booster box del film, così come la versione alternativa di Slifer Drago del Cielo. Manca solo il Drago Alato di Ra.


In conclusione, Yu-Gi-Oh! Il Lato Oscuro delle Dimensioni è una pellicola che si danneggia da sola a causa di una trama eccessivamente sconnessa, che non sfrutta a dovere i suoi personaggi e non da al gioco di carte un qualche valore ludico. Man mano che il film procede diventa pesante e annoia con facilità nonostante siano presenti mostri e catchphrase familiari tipici della serie. Il Cuore delle Carte ha un battito molto debole.

Voto 5/10


Prossimo appuntamento il 16 e il 17 Maggio 2017 con Mobile Suit Gundam Thunderbolt, December Sky. 
Mobile Suit Gundam Thunderbolt December Sky

Dylan Dog – I piani di Bonelli per il 2017

logo-bonelli-verticaleLa scorsa domenica 5 Marzo si è conclusa la ventiquattresima edizione del Cartoomics, popolare fiera del fumetto a Milano. Alla luce delle sempre più numerose proposte ludiche ed editoriali che raccoglie ogni anno, la fiera ha guadagnato un notevole incremento della sua popolarità e ha richiesto spazi via via più ampi per la sua rappresentazione. Questi ultimi sono ritrovabili presso le moderne strutture di Fiera Milano City a Rho, dove quest’anno si è registrata la cifra record di 80.000 ingressi.

La manifestazione è stata ricolma di sorprese, novità ed un programma di incontri con autori ed editori di tutto rispetto. Impossibile seguire tutto in un giorno solo così mi sono dedicato soltanto a un paio di esse. Sabato 4 Marzo, ore 14.00, l’Agorà 2 ha ospitato un team di personaggi di spicco dalla Sergio Bonelli Editore per presentare

Il nuovo anno editoriale di Dylan Dog.

Colonna sonora di Doom nelle cuffie, mani sulla tastiera e andiamo a leggere insieme cosa ha in serbo quest’anno il nostro Indagatore dell’Incubo.

Allo stand Bonelli sono presenti diversi pezzi da novanta. Franco Busatta, coordinatore redazionale di Dylan Dog, da il benvenuto a tutti sfoggiando una t-shirt di Tex (brighella). Al suo fianco vi è Michele Masiero, direttore editoriale, e gli sceneggiatori Alberto Ostini e Barbara Baraldi. A questi si aggiungerà in seguito Marco Nucci, curatore del volume Dylan Dog Diary. Purtroppo ci fanno notare subito l’assenza di Roberto Recchioni, preso da altri impegni, ma la presentazione deve iniziare.

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Si inizia con il #366 intitolato Il giorno della famiglia, attualmente in edicola e fumetteria. Il volume è caratterizzato dalla cover-art di Gigi Cavenago, splendida e coloratissima, una  caratteristica molto apprezzata in questo nuovo ciclo di vita di Dylan Dog. Alla sceneggiatura troviamo invece Riccardo Secchi, per la prima volta alle prese con le avventure della serie regolare. Franco ci informa che lo sceneggiatore ha inserito molte citazioni in questo volumetto e ci invita a scovarle.

Alberto Ostini prosegue raccontandoci del prossimo Dylan Dog Magazine, portatore di alcune interessanti novità. Infatti, faremo la conoscenza di un nuovo personaggio: la madre di Bloch. L’idea del personaggio nasce dalla vena più comedy del Magazine e verrà ritratto come una figura dalla personalità vivace ed estroversa. La prima delle tre storie contenute nel Magazine avrà un tono leggero mentre le due successive affronteranno temi più gravi. Si parlerà infatti di temi più intimi come la vecchiaia, il tempo che trascorre e la memoria che inesorabilmente si sgretola. Il disegnatore Giorgio Pontrelli darà alla seconda storia i suoi caratteristici toni rossi.

Il prossimo numero sarà il #367 intitolato La ninna nanna dell’ultima notte e ce ne parla la sceneggiatrice Barbara Baraldi. Inizialmente intitolato “Fearland” come omaggio a Stephen King, il volume si ispira al cinema italiano d0autore di Umberto Lenzi e ospita il tema dei “bambini cattivi” e dei luna-park abbandonati. Troviamo Corrado Roi ai disegni e ancora una volta Gigi Cavenago alla copertina dell’albo. Vi ricordo che Barbara Baraldi ha lavorato anche sul volume #364 Gli Anni Selvaggi e ha collaborato con Nives Manara ad una delle storie contenute nel Color Fest #20 (Ballando con uno sconosciuto).

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In arrivo questo mese vi è anche l’edizione cartonata (sempre sia benedetta) dell’albo #361, Mater Dolorosa, seguito dell’eccellente #280, Mater Morbi. Edita da BAO Publishing, questa edizione sfoggerà ben due cover inedite di Cavenago, una regular e una variant. Potete trovarla qui.
Ai lettori che si aspettavano anche un’edizione cartonata con la cover variant di Zerocalcare posso solo dire “coibentatevi”.

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La prossima estate ci aspetta invece il crossover tra Dylan Dog e Dampyr, la cui data di uscita ufficiale rimane ancora un segreto ben custodito. Roberto Recchioni e Mauro Boselli saranno sceneggiatori ed editor di entrambi i volumi mentre la mano esperta di Daniele Brigliato si occuperà delle tavole dylaniate. È ancora ignoto il nome dell’artista che lavorerà sulle illustrazioni di Dampyr. Inoltre, Franco Busatta ci spiega che per ora Bonelli non incoraggia i crossover ma in questo caso ha voluto sperimentare qualcosa di nuovo, esperienza destinata a ripetersi solo con un altro progetto che verrà rivelato solo in futuro.

Sotto il sole estivo troveremo anche il nuovo MAXI Dyd firmato dal duo Grassani-Montanari. Il volume sarà un esperimento narrativo, infatti ci porterà tre storie collegate tra loro.

Troveremo poi lo speciale del Pianeta dei Morti, con un Sergio Gerasi dai toni molto sperimentali ai disegni. Invece, in libreria troveremo Claudio Chiaverotti con la trilogia delle Storie del Crepuscolo mentre è già disponibile il volume Dylan Dog -Xabaras. Quest’ultimo raccoglie quattro storie edite a colori scritte da Tiziano Sclavi e disegnate da Angelo Stano. Ciascuna di esse ripercorre la narrativa dylaniata con Xabaras antagonista, permettendoci di dare uno sguardo alla precedente vita dell’Indagatore dell’incubo.

Ha poi preso la parola Marco Lucci, raccontandoci come il Dylan Dog Diary da lui curato sia stato utile a ripercorrere i trent’anni di vita editoriale del personaggio bonelliano. La forma del diary, affiancata alle voci dei vari autori, è stata estremamente apprezzata al punto di rendere il volume uno dei bestseller di Lucca 2016.

Verso maggio entrerà in fase di stampa un volume firmato da Sclavi che raccoglierà in modo destrutturato alcune storie a lui importanti, accompagnate dalle copertine inedite di Cavenago.

Queste sono le principali novità editoriali di questo nuovo anno che si annuncia ricco di novità e contenuti dylaniati. Ciascuna collana proseguirà quindi per una sua linea tematica dando alla Bonelli quella poliedricità da sempre in grado di intrattenere moltissimi lettori. Potete trovare il video completo della conferenza qui.

Legion

Emerald Bastion – Progetto e obiettivi

logo emerald bastionSono convinto che dopo due giorni passati ad informarmi e a valutare le varie possibilità sia il caso di iniziare il primo articolo del nuovo sito. Non esattamente un inizio da impatto atomico, ma pur sempre un inizio. In fondo, da qualche parte bisogna pur cominciare.

Inizia qui un’altra fase dell’Emerald Bastion.

Esticazzi? Già me la sento questa domanda che tuona nella testa di ogni lettore. No, non sono il Professor Xavier. Per chi ha familiarità con WordPress, le sue caratteristiche e le sue diverse incarnazioni, sarà palese che il sito che sta leggendo non si presenta graficamente accattivante. WordPress è qui nella sua versione più basilare e non ho né competenze da grafico né ne ho assunto uno. In entrambi i casi, mi sto muovendo per migliorare la situazione.

Ciò su cui ho controllo è la scrittura di contenuti. La loro produzione e gestione mi permette di essere autonomo e, cosa ben più importante, migliorarmi confrontandomi non solo con me stesso ma con altri scrittori, redattori, blogger e via discorrendo.

Da qui si può parlare dello scopo di questo fantomatico Emerald Bastion. Voglio raccogliere sotto un’unica ala le mie passioni e i miei obiettivi per il futuro. Voglio scrivere, recensire e confrontarmi su libri, fumetti, film e tanto altro. Voglio imparare quelle nozioni utili per avvicinarmi il più possibile a quella dimensione editoriale di cui ho tutta l’intenzione di far parte.

L’Emerald Bastion vuole essere questo. Una piattaforma per continuare a migliorarmi professionalmente e un punto d’incontro con altre persone. Questo vuol dire che consigli e critiche costruttive saranno i benvenuti. Al contrario, pedate nel culo pronte per commenti razzisti, insulti gratuiti e per chi sostiene che nella carbonara ci va la panna.

Potete già dare un’occhiate ad alcune cose che seguo o faccio tramite la mia pagina Facebook e il profilo Instagram. Cercherò di mantenere una cadenza il più regolare possibile dei contenuti in modo da tenermi allenato e proporre sempre cose nuove.

Daje, si può cominciare.